I millepiedi sono tra i più antichi abitanti della terraferma. Le prove fossili ci dicono che esistevano già nel Carbonifero inferiore, oltre 300 milioni di anni fa, e che già allora possedevano un’arma sorprendente: la chimica. Attraverso ghiandole specializzate, erano in grado di rilasciare sostanze repellenti per difendersi dai predatori.
Una strategia che funziona ancora oggi — e che spiega perché, quando li tocchiamo o li feriamo accidentalmente (per esempio schiacciandoli), emettono un odore forte e sgradevole.

Perché i millepiedi puzzano?
Chi ha avuto modo di osservarli da vicino, sa che molti millepiedi emettono un odore penetrante, a volte acre o aromatico, quando vengono disturbarti o feriti.
Questa “puzza” è una secrezione difensiva prodotta da ghiandole specializzate, che scoraggia i predatori e segnala pericolo.
Non si tratta di un semplice effetto collaterale, ma di un complesso meccanismo evolutivo che ha permesso a questi animali di sopravvivere per centinaia di milioni di anni.
A cosa serve questa secrezione?
Il ruolo principale delle secrezioni è quello difensivo. I millepiedi sono animali lenti, incapaci di mordere o pungere. Per sopravvivere, hanno sviluppato un’arma chimica, spesso efficace contro predatori invertebrati e vertebrati.
Alcune secrezioni contengono molecole tossiche, altre sono solo irritanti o sgradevoli. In tutti i casi, l’obiettivo è scoraggiare l’attacco o far desistere il predatore dopo il primo assaggio.
Come rilasciano queste sostanze?
I millepiedi rilasciano i composti chimici attraverso aperture situate lungo i lati del corpo, chiamate ozopori. Il modo di emissione varia da specie a specie:
- Alcuni rilasciano il liquido lentamente e in piccole quantità.
- Altri riescono a spruzzarlo attivamente a distanza, fino a circa 50cm (solo specie tropicali).
- Altri ancora, come i Glomerida, si arrotolano su se stessi e mantengono la secrezione sulla superficie del corpo, dove può aderire all’aggressore.
La secrezione può durare diversi minuti e, in alcune specie, non è immediata: il rilascio avviene solo dopo stimoli ripetuti o prolungati.
I millepiedi sono pericolosi per l'essere umano?
Nella maggior parte dei casi, no. Le secrezioni difensive non sono pericolose per l’essere umano in condizioni normali, ma possono causare:
- Irritazione cutanea o arrossamenti, specie nelle zone sensibili.
- Bruciore agli occhi o alle mucose, se si toccano dopo aver manipolato l’animale.
- Macchie temporanee sulla pelle, nel caso di composti pigmentati (es. chinoni).
Per precauzione, è fondamentale lavarsi le mani dopo il contatto.
Quali sono i predatori dei millepiedi?
Secondo quanto riportato nella letteratura scientifica, i millepiedi sono predati da:
- invertebrati (come formiche, carabidi, ragni e scorpioni),
- vertebrati (rospi, lucertole, serpenti, topi e uccelli).
Le secrezioni si sono evolute come risposta a questi predatori.
Un fatto curioso è che alcuni animali, come i lemuri, hanno l’abitudine di strofinare i millepiedi sul corpo per sfruttarne le secrezioni come potenziale repellente contro i parassiti esterni, in un comportamento noto come millipede anointing.
Che sostanze contengono le secrezioni?
Le secrezioni difensive dei millepiedi sono state studiate in oltre 140 specie e contengono una grande varietà di composti, spesso specifici per ciascun ordine tassonomico. Ecco i principali gruppi chimici citati da Shear (2015):
- Benzochinoni e idrochinoni → presenti in molti Julida, Spirobolida, Spirostreptida. Sono i composti più comuni, con odore pungente e azione irritante.
- Fenoli → come p-cresolo, guaiacolo, presenti in Callipodida, Polydesmida.
- Cianogeni → come mandelonitrile o benzoyl cyanide, che rilasciano acido cianidrico (HCN) tramite reazione enzimatica. Tipici dei Polydesmida.
- Alcaloidi adesivi → secreti da Glomerida, come glomerin e homoglomerin, non odorosi ma appiccicosi.
- Terpeni e alifatici → più rari, identificati in alcune specie tropicali.
Tipi di ghiandole repugnatorie
Le ghiandole che producono queste sostanze si chiamano ghiandole repugnatorie. In base alla loro struttura e funzione, secondo Shear (2015), ne esistono tre tipi principali:
- Tipo 1 – nei Glomerida: ghiandole dorsali con apertura singola. Secrezione adesiva, nessun odore rilevabile.
- Tipo 2 – in Julida, Spirobolida, Spirostreptida, Callipodida: ghiandole laterali con secrezione liquida o oleosa, spesso contenente chinoni.
- Tipo 3 – nei Polydesmida: sistema più complesso, che genera HCN a partire da precursori chimici tramite attivazione enzimatica.
L'importanza evolutiva
Le ghiandole difensive compaiono già nei fossili del Carbonifero inferiore, e la loro struttura è simile a quella degli esemplari odierni. Questo suggerisce che la difesa chimica nei millepiedi sia una delle più antiche del mondo animale terrestre.
Conclusioni
Dietro la loro apparente semplicità, i millepiedi nascondono una sorprendente sofisticazione biochimica. La “puzza” che producono è frutto di milioni di anni di evoluzione: un’arma silenziosa, ma incredibilmente efficace, che ha permesso loro di resistere nei secoli e di convivere con predatori molto più veloci e aggressivi.
Un esempio perfetto di come la chimica naturale possa essere, allo stesso tempo, affascinante e funzionale.