I ricci di mare sono degli echinodermi come le stelle marine e i cetrioli di mare ma appartengono alla famiglia Echinoidea.
In cucina sono considerati una prelibatezza, sono molto apprezzati soprattutto in Italia, Grecia e Spagna. La maggior parte delle persone crede che di questi animali se ne mangino le uova, le quali possono essere consumate con gli spaghetti o con un po’ di pane direttamente sugli scogli dai quali sono stati pescati.
Nelle zone marittime, parlando con pescatori e ristoratori, si sente spesso dire che è possibile distinguere il sesso dei ricci osservandone il colore: se sono neri sono maschi, se tendono al viola o al marroncino sono delle femmine.
![ricci di mare](https://invertebrati.it/wp-content/uploads/2021/08/wp-16297422135994653941230977974319-300x225.jpg)
In realtà questa convinzione è del tutto sbagliata!
Procediamo con ordine.
Innanzitutto è vero che i ricci di mare hanno sessi separati, esistono quindi esemplari maschi ed esemplari femmina.
L’errore sta invece nel fatto che non è possibile distinguere il sesso di questi invertebrati soltanto dall’aspetto.
Infatti i ricci che solitamente consideriamo maschi e femmine appartengono in realtà a due specie differenti: la specie nera è Arbacia lixula, mentre quella con una colorazione più chiara, tendente al viola o al marroncino è Paracentrotus lividus.
![Ricci di mare](https://invertebrati.it/wp-content/uploads/2021/08/wp-16297422138015046115917850630332-300x225.jpg)
Ne consegue che vengono pescati e consumati sia i maschi che le femmine. La parte dell’animale che viene mangiata non sono quindi le uova (di cui i maschi sono ovviamente sprovvisti) ma le gonadi, ovvero i testicoli e gli ovari.
![Gonadi di ricci](https://invertebrati.it/wp-content/uploads/2021/08/wp-16298930542703657696453460717823-300x225.jpg)
Pesca del riccio, la normativa
La pesca indiscriminata delle specie commestibili, soprattutto di Paracentrotus lividus, ne ha causato una forte riduzione. Per questa ragione la pesca di questi animali è regolamentata dal Decreto del 12 gennaio 1995.
Questa normativa impone che per la pesca vengano utilizzati specifici attrezzi di raccolta, che vengano rispettati alcuni limiti inerenti le quantità, i periodi di raccolta, le dimensioni degli esemplari e stabilisce le sanzioni nel caso in cui venga violato ciò che è indicato nella normativa.
In particolare:
- La pesca è vietata nei mesi di maggio e giugno per consentirne la riproduzione.
- l pescatore professionale può pescare al massimo 1000 esemplari al giorno mentre il pescatore sportivo può catturarne massimo 50 al giorno.
- Inoltre è vietato pescare esemplari di un diametro (aculei compresi) inferiore ai 7 cm.