In commercio ci sono moltissimi kit contenenti uova, larve e crisalidi di molte specie di farfalla. L’obiettivo di questi kit è quello di osservare il ciclo vitale di questi bellissimi invertebrati e di liberarli in modo da ripopolare il territorio di insetti impollinatori.

Detto in questo modo sembra un progetto bellissimo e del tutto positivo! In realtà le cose sono molto diverse, non bisognerebbe mai improvvisarsi naturalisti o ecologi.

Molti sono i danni causati da questo genere di attività:

  • Morte degli animali liberati
  • Introduzione specie alloctone
  • Introduzione di parassiti o patogeni
  • Inquinamento genetico
farfalla
Papilio machaon (Papilionidae) - Foto da Wikipedia

Introduzione di specie alloctone

Se non si conosce bene la fauna locale c’è il rischio di introdurre delle specie non presenti in quello specifico ambiente. Il rischio è che la nuova specie possa competere con gli impollinatori locali o che le larve danneggino eccessivamente la flora.

Introduzione di patogeni o malattie

Questo è uno dei problemi più gravi. Per far fronte alla sempre crescente richiesta del mercato, questi animali vengono allevati in maniera intensiva. In queste condizioni è facile che si diffondano parassiti e malattie. Liberando animali contaminati c’è il rischio di infettare altre specie autoctone o comunque le popolazioni selvatiche.

Un fatto analogo è avvenuto con l’introduzione accidentale del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), portatore sano di una malattia che ha decimato i gamberi di fiume italiani, già gravemente minacciati dall’inquinamento e dalla perdita di habitat.

Inquinamento genetico

Popolazioni di animali appartenenti ad un territorio possono avere geni che rendono quegli individui perfettamente adatti all’ambiente in cui si trovano. Introducendo esemplari provenienti persino da stati diversi è inevitabile che questi si incrocino con gli esemplari locali, mescolando il DNA e alterando le caratteristiche della popolazione.

Inoltre fenomeni di speciazione o di sottospeciazione possono essere totalmente rovinati dal rimescolamento genetico con altre popolazioni.

Come favorire farfalle e altri impollinatori

Se si è intenzionati a favorire le farfalle, l’unica cosa veramente utile è quella di piantare nel proprio giardino o sul proprio balcone piante e fiori, meglio se autoctoni (ovvero naturalmente presenti nel territorio, non esotiche).

L’ideale sarebbe informarsi sulle specie rare presenti nella propria regione e piantare le specie vegetali di cui le larve si nutrono.

Ad esempio si potrebbe piantare l’ortica per Vanessa io e Vanessa atlanta, caprifoglio per Limenitis reducta, corbezzolo per Charaxes jasius, alberi da frutto (peri, mandorli, peschi, ecc) per Iphiclides podalirius, Saturnia pyri e altre specie notturne… L’elenco è ancora lungo!

In conclusione...

Questi kit per allevare le farfalle sono degli ottimi strumenti didattici, perfetti per osservare il ciclo vitale degli insetti. Quando gli insetti diventano adulti è però fondamentale mantenerli in cattività fino alla loro morte naturale. Se questo risulta impossibile, possono essere soppressi in maniera etica e indolore ponendo gli insetti in congelatore: il freddo rallenterà il loro metabolismo fino ad ucciderli, per loro è come addormentarsi. A questo punto possono essere preparati, posti in una cassetta entomologica e usati come materiale didattico per molto tempo!

Perché liberare farfalle è sbagliato

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